Il cambiamento e le scelte contro natura - Lavorare con i Bisogni Ancestrali | Real Way of Life

Il cambiamento e le scelte contro natura – Lavorare con i Bisogni Ancestrali

Il cambiamento e le scelte contro natura – Lavorare con i Bisogni Ancestrali

Oggi affrontiamo il tema del cambiamento da un punto di vista insolito, ma che credo possa offrire, proprio per questo, una prospettiva interessante.

imagesQuali sono le fonti primarie di stress comuni a tutti gli animali? Fondamentalmente due: essere predati e non trovare cibo.

L’uomo, in quanto animale, non si sottrae a questo schema, ma per ridurre l’impatto di questi fattori di stress ha costruito nel tempo un sistema piuttosto complesso. Ha costruito case sicure dove i suoi predatori non possono entrare. Ha sviluppato un sistema economico attraverso cui, almeno inizialmente, era possibile fare un lavoro semplice e poco faticoso in cambio di soldi con cui comprare cibo coltivato e raccolto da altri che, facendo solo quello, ne aveva aumentato i vantaggi e ridotto le fatiche.

Dai tempi della costruzione delle prime capanne e della divisione cooperativa dei lavori sono passati parecchi secoli e la domanda interessante oggi è: questo sistema ai giorni nostri quanto spesso si rivolta contro l’uomo stesso? 

Quanto stress ci crea una casa tra mutuo, lavori di manutenzione, vicini con cui non si va d’accordo, senso di impotenza perché “ormai abbiamo acquistato quella casa”, il rischio di incontrare venditori non onesti per i quali troveremo brutte sorprese, dover pagare tasse di proprietà, difficoltà burocratiche, ecc.?mutui_single

E quanto stress ci crea il lavoro, la difficoltà di trovarlo o la possibilità di perderlo, i conflitti con capi e colleghi, senso di ingiustizia rispetto al proprio operato, pagare gli studi e gli aggiornamenti, dover gestire aspetti amministrativi che poco hanno a che fare con il nostro lavoro, ecc.?

Siamo sicuri che questi stress siano minori di quelli che vive un animale in libertà?

Ci farei un pensiero. Ovviamente con questo articolo non desidero invitare il lettore a un ritorno ai tempi delle caverne, ma rendere evidente come molte delle scelte di vita tipiche della nostra società hanno spesso perso il loro significato iniziale e creano più stress che vantaggi. Alcuni di questi stress facciamo finta di non vederli, li diamo per assodati, li liquidiamo con slogan come “il lavoro è lavoro”, “bisogna stringere i denti per tenersi un lavoro”, “è normale avere conflitti con i vicini”, ecc. Questi stress spesso durano anni e, in forma più o meno intensa, si presentano ogni giorno.

Si tratta di stress che creano alterazioni mentali, emotive e neurobiologiche (uno per tutti citiamo il concetto di carico allostatico). Lo dimostrano numerose ricerche e, ancora prima, il crescente bisogno di attività compensatorie, da quelle più sane e preventive come lo sport e la meditazione, fino a quelle più disfunzionali come gli eccessi di gratificazioni (dal bere smodato all’acquisto compulsivo).

L’uomo si è abituato a vivere in un certo modo e a dare per scontato il valore di determinate scelte. La maggior parte delle persone si basa su convinzioni che sembrano razionali, ma non lo sono.

Vediamo un paio di esempi. Avere un’automobile di proprietà ci sembra una scelta “migliore” e “meno precaria” di non averla o di averla a noleggio. Eppure se si fanno due conti si vede che la maggior parte delle persone che vive in città spenderebbe meno noleggiandola quando gli serve di quanto spende in mantenimento e svalutazione della propria automobile.

idrauliciVediamo un secondo caso. Basta avere bisogno urgente di un idraulico per sapere che si tratta di un lavoro per cui c’è molta richiesta e con cui si può guadagnare bene. Tuttavia pochissime persone vogliono fare questo lavoro perché ritenuto “meno nobile” di un lavoro a cui porterebbe una laurea. Eppure un’idraulico spesso lavora da solo, gestisce i propri orari con flessibilità e se vuole può rifiutare un lavoro con leggerezza. Ora ditemi: quanti liberi professionisti o manager aziendali invece devono sottostare a regole che non condividono? E quanti vivono conflitti quotidiani che devono lasciar correre a testa bassa? A questo punto domandiamoci chi si svilisce veramente e chi vive in modo sereno.

Questo contrasto ci porta anche a un altro aspetto importante. Oggi tutti sognano più libertà, ma la maggior parte delle persone ne ha paura. Si tratta di persone che si lamentano del proprio capo, ma che ne hanno bisogno e non saprebbero lavorare senza. Sono persone che si lamentano perché la televisione non trasmette nulla, ma non considerano minimamente che la sera potrebbero “scegliere liberamente” di fare altro.

Siamo partiti dalla considerazione che l’uomo, in quanto animale, si deve adattare al mondo riducendo gli stress. Abbiamo visto che ci sono due bisogni fondamentali, quello di sicurezza e quello di libertà, che per diversi motivi difficilmente vengono soddisfatti adeguatamente. In estrema sintesi finora abbiamo detto che l’uomo fa molte scelte e vive spesso contro la propria inclinazione naturale. Chi si occupa a vario titolo di salute non può fare a meno di domandarsi quanto questo andare contro natura possa essere alla base di alcune problematiche o, perlomeno, favorirle.

Per approfondire questo tema in modo adeguato diventa necessario  definireandare contro natura”. Ribaltando la prospettiva abbiamo individuato che cosa vuol dire “andare secondo natura” per l’uomo, ovvero seguire un modo di vivere in linea con le proprie esigenze e con la propria fisiologia di mente, corpo e relazioni sociali. Per questo abbiamo cercato di individuare i bisogni primari e i processi fisiologici di sviluppo tramite gli studi antropologici, l’etologia comparata (il confronto con gli altri mammiferi evoluti) e l’evoluzionismo.

Ne sono emersi dei bisogni che abbiamo chiamato Bisogni Ancestrali. Sono in comune con i mammiferi e in linea con la prospettiva evoluzionistica, proprio per essere aderenti a un concetto profondo e non simbolico o culturale di naturalezza. Inoltre sono programmi innati e con processi neurobiologico primari, con una via d’attivazione che solo in seconda – se non in terza – battuta passa per il pensiero logico.

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Oltre ai già visti bisogni di Sicurezza e di Libertà esistono altri quattro bisogni, o meglio aree di bisogni, fondamentali per l’uomo. Si tratta di bisogni “profondi”, non indotti, presenti nel nostro codice evolutivo, tanto da essere in comune con tutti gli altri mammiferi. Si tratta dei bisogni di Affermazione e riconoscimento, di Amare ed essere amati, di Creare e produrre, di Provare piacere.

Qualcuno potrebbe domandarsi come mai abbiamo voluto creare un nuovo modello sui bisogni, sopratutto partendo dal fatto che ne esistono già altri. Lo abbiamo fatto per due motivi. Il primo è di logica di costrutto. Molti modelli (anche di quelli più diffusi) presentano tra gli altri bisogni qualcosa che non è un reale bisogno, ma la disfunzione di un altro. Per fare un esempio: quello che viene chiamato bisogno di status non è qualcosa di connaturato all’uomo, ma nasce come modalità per compensare disfunzioni nei bisogni di sicurezza, di auto-affermazione o sociali. Il secondo è di livello di azione. Esistono ottimi modelli che si occupano di bisogno psicologi, motivazionali, evolutivi o altro. È tuttavia difficile trovare un modello che integri tutti questi aspetti.

Per dare una risposta a questi due punti per noi importanti abbiamo pensato che l’unione di un approccio evoluzionistico e di quello etologico, riletti tramite i meccanismi Pnei potesse darci una buona chiave di lettura. Siamo partiti dall’analizzare tutti i casi possibili di sofferenza mentale, emotiva, relazionale e sociale negli umani e nei mammiferi più evoluti. Volevamo trovare una chiave di lettura che potesse rispondere ad ogni situazione.  Abbiamo analizzato i punti in comune e le diverse soluzioni che le diverse specie mettono in atto, controllato quali passaggi e attivazioni neurobiologici si attivassero in modo diverso in risposte funzionali e disfunzionali rispetto allo stesso bisogno. Abbiamo confrontato quello che stavamo trovando con diversi altri modelli, da quelli mentali a quelli medici, fino a quelli più spirituali e motivazionali, per cercare di definire una sorta di alfabeto comune che potesse dare una chiave di lettura comune e integrativa tra le diverse professioni.

workaholismAndare contro natura vuol dire non saturare questi bisogni o farlo in modo disfunzionale. Visto la loro matrice profonde, il valore adattativo ed evoluzionistico,  il funzionamento neurobiologico che può attivare il corporeo senza passare dalla coscienza e dalla logica, si spiega bene come la loro negazione sia alla base di diverse disfunzioni e come possa costituire forme di resistenza al cambiamento. Torniamo  un attimo all’esempio delle persone che dipendono dal capo al lavoro o dai programmi televisivi, che li criticano ma non possono farne a meno. In questa prospettiva si capisce che la dipendenza è sicuramente un problema su cui lavorare, ma che la tendenza a dipendere può essere generata dall’avere troppo a lungo soddisfatto in modo disfunzionale il bisogno ancestrale di controllo (quindi non più autonomo, mentre evolutivamente dovrebbe diventare tale) e sacrificato il bisogno ancestrale di libertà (che non essendo sviluppato adeguatamente porta a paura della libertà stessa e una fase di stallo di pensiero autonomo e motivazione all’azione). Ogni area di bisogni ancestrali ha precise funzioni e si rinforza e sviluppa attraverso specifici momenti evolutivi che iniziano nell’infanzia ma si ritrovano – in diversa forma – per tutta la vita.

Proprio per le caratteristiche finora descritte i Bisogni Ancestrali svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo personale e nel creare le basi del suo sviluppo. Di contro, se vengono soddisfatti in modo disfunzionale o del tutto non soddisfatti, posso creare situazioni difficili da superare. Allo stesso modo, per i loro carattere primitivo e per l’attivazione neurobiologica che li contraddistingue, hanno spesso un ruolo centrale nel creare e sostenere disturbi psicosomatici. Chi desiderasse approfondire nello specifico questi meccanismi e come utilizzarli in diversi contesti di cura può partecipare al Corso Real Way of Life – Affrontare Psicosomatica e Resistenze al Cambiamento. Leggi il programma e controlla le prossime date a calendario.

 



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